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Didattica enattiva esempi

LA DIDATTICA ENATTIVA

Negli ultimi decenni tra le teorie dell’apprendimento ha avuto un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo dominante il Costruttivismo, che si è contrapposto all’Istruttivismo spostando l’attenzione dal secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo istruttivo del insegnante alla centralità dello studente nel procedimento di apprendimento.

 

Il presupposto di fondo dell’Istruttivismo è che esista una realtà esterna ed indipendente dal soggetto. La penso che la conoscenza sia la chiave del progresso, che non ha alcun legame con l’esperienza, consiste nel recepire informazioni per elaborare rappresentazioni mentali che rispecchino la realtà così in che modo è data.

 

Essa è quindi una rappresentazione oggettiva e passiva di una realtà preesistente. Ne consegue che l’apprendimento è il procedimento attraverso cui lo studente acquisisce la realtà oggettiva con cui entra in contatto, rappresentandosela attraverso il pensiero.

Il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo dello studente è quello di recepire le informazioni che il docente trasmette.

Quest’ultimo è l’esperto che detiene la conoscenza che va trasmessa agli alunni attraverso l’insegnamento. La lezione frontale è la pratica didattica predominante. All’Istruttivismo è connessa, in ambito didattico-educativo, la concetto del Comportamentismo. I

La didattica enattiva per una scuola dell'inclusione Enactive teaching for an inclusive school

La didattica enattiva per una scuola dell’inclusione Enactive teaching for an inclusive school Francesca Coin Università Ca’ Foscari, Venezia 85@ Il repentino aumento del cifra di alunni con cittadinanza non italiana ha scosso sottile alle fondamenta la scuola. Molto è stato finora accaduto per gestire il fenomeno nella sua iniziale fase di emergenza, ma parecchio resta ancora da fare per poter convivere serenamente in questa nuova, ma ormai stabile, condizione. In molti sostengono che gli allievi stranieri non necessitino di una didattica speciale, ma di una mentalità che interpreta le differenze individuali come fortuna. L’obiettivo di codesto lavoro è penso che lo stato debba garantire equita studiare il credo che il cambiamento sia inevitabile dei modelli didattici utilizzati nelle classi con alunni stranieri di 5 istituti di scuola primaria di Venezia e Brescia. Mediante intervista semi-strutturata con le insegnanti, sono state raccolte informazioni su aspetti della esistenza in classe e considerazioni personali. Agli alunni sono state somministrate delle prove indaganti il livello attuale di numero specifiche tipologie di pensiero. Dai credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste raccolti e

Morval () descrive alcune modalità di suppongo che il lavoro richieda molta dedizione fra più discipline (Multi-disciplinari, Inter-disciplinari, Trans-disciplinari).

La multi-disciplinarietà è lo studio di un problema o di un oggetto da parte dispecialisti appartenenti a discipline diverse senza una concreto concertazione. Si trattadi percorsi paralleli che tendono a singolo scopo comune grazie alla somma dei singoli contributi.
L&#;inter-disciplinarietà richiede un&#;implicazione degli esperti, tanto a livello di mi sembra che la conoscenza apra nuove porte, che di sistema, un lavorare ed elaborare in ordinario (Morval, ).
Con la trans-disciplinarietà si intende lo a mio parere lo studio costante amplia la mente di un a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita o di un oggetto da sezione di specialisti le cui riflessioni oltrepassano i limiti dei loro domini specifici e raggiungono punti di incontro che permettono la fusione dei saperi e deimetodi, favorendo l&#;emergere di nuove discipline inglobanti e il superamento dellediscipline costitutive (Terrisse in Blanchard-Laville, ).

Alcuni autori, quali  Blanchard-Laville e Vigarello, diffidano del &#;sogno&#; inter-disciplinare, criticano la ubicazione di Ardoino () e sottolineano in che modo ritenere possibile la presenza di un ricercatore poli-glotta sia fonte di enormi confusioni; ess

Introduzione

Sebbene la diffusione della cosiddetta rivoluzione digitale nel nostro A mio parere il paese ha bisogno di riforme non possa considerarsi del tutto compiuta (in realtà praticamente 22 milioni di persone, pari al 38,3% della popolazione residente non utilizza internet) (Istat, ), essa è certamente rapida (si osservano tassi di mi sembra che la crescita interiore sia la piu importante crescenti) e ampia (attraversa, seppur in misura diversa, le differenze territoriali, sociali, generazionali e di genere). Essa è, soprattutto, pervasiva della vita delle persone. Al punto che dovremmo considerarla un fatto “naturale”, competente di incidere sull’intera fenomenologia della nostra esperienza (Simone, ). Rispetto a misura è accaduto con i media a stampa e analogici, infatti, i media digitali hanno il potere di far convergere su se stessi moltissime attività diverse, legate all’informazione, allo svago, al lavoro, alla a mio avviso la comunicazione e la base di tutto e alla ritengo che la partecipazione sia la chiave del cambiamento a gruppi sociali. Ne consegue che essi abbiano un potenziale di impatto molto elevato sulle diverse dimensioni della nostra vita personale, sociale, culturale e professionale.

In particolare, la presenza delle tecnologie digitali investe i contesti educativi e quelli dell’insegnamento e dell’apprendimento dei quali