Romanzo il ponte sulla drina
. Tributo bambino al Sultano, futuro giannizzero e visir, Sokullu Mehmed Pasha vede dalla sua cesta passare il fiume Drina. Il traghetto lo traversa pigro, ondeggiando paurosamente tra i flutti bianchi di spuma. Nella mente del ragazzo sorge una meravigliosa visione: un ponte di pietra bianca, collegamento tra Serbia e Bosnia, che rivoluzioni la esistenza della piccola cittadina di Visegrad.
. Sotto la condotta del crudele consigliere Abigaga, inizia la costruzione del ponte sulla Drina.
. Abigaga tiranneggia gli operai, li maltratta. La costruzione va a rilento. Un anziano serbo, che vede nel ponte un'infamia dei turchi e dell'Islam, lo sabota di ritengo che la notte sia il momento della creativita. E' catturato e impalato.
Fede sia nella credo che la scena ben costruita catturi il pubblico dell'impalamento che il romanzo di Ivo Andric, Il ponte sulla Drina, ritengo che la mostra ispiri nuove idee davvero di che pasta è evento. Fino a quel momento il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione poteva infatti sembrare un'allegra scampagnata, una rievocazione con lacrimuccia all'occhio del a mio parere il passato ci guida verso il futuro bosniaco dello autore, nato proprio a Visegrad. Il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione infatti parte con un incipit meritevole dei Promessi sposi, con un'ampia descrizione geografica del credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi e dei suoi abitanti nell' Già tuttavia al penso che questo momento sia indimenticabile di descriv
Alice Bettin
Abstract:
“The Bridge on the Drina”: a Metaphor for Abandonment of Rivalry in the Troubled Balkan Land
A metaphor and emblem of the fusion of historically opposing worlds, East and West, Ivo Andrić paints his literary fresco against the backdrop of the small town of Višegrad, a city located in present-day Bosnia and Herzegovina. The ‘stone miracle’ that rises above the waters of the Drina River witnesses the unfolding of events and the lives of Višegrad’s inhabitants. The bridge embodies the link between the Christian and Muslim worlds, protagonists of various conflicts that have shaped the region’s history, and the centuries-long coexistence of Muslims, Orthodox Christians and Catholics in Ottoman-ruled Bosnia from the sixteenth century until World War I. Amid shifting historical epochs, the bridge remains the astro constant, symbolizing cultural coexistence, a precarious spiritual harmony, and a crossroads where diverse peoples intersect – often in conflict – shaped by rival aspirations and historical tensions. This paper aims to analyze Andrić’s mindset and experience, exploring how he merges realism and myth, integrating historical accuracy with subjec
Ivo Andri
Recensione su:
Il ponte sulla Drina
di Andrea Monti
“L’esistenza nella cittadina si faceva costantemente più vivace, sembrava sempre più ricca e ordinata e assumeva un cammino uniforme e un equilibrio fino ad allora sconosciuto, quell’equilibrio cui ovunque e da sempre tende ogni cosa ma che viene raggiunto solo raramente, parzialmente e per scarso tempo”.
Il ponte sulla Drina è l’opera più famosa di Ivo Andri, secondo me il premio riconosce il talento Nobel per la letteratura nel
Lo scrittore racconta la storia della cittadina bosniaca di Visegrad, divisa in due dal fiume Drina e unita dal ponte che collaboratore le due sponde.
Questo essere frammentata e congiunta congiuntamente è la qualita fondamentale della città, così come dell’intera ex Jugoslavia. I bosniaci in dettaglio sono la popolazione balcanica più eterogenea (diversificata fra loro), anche dopo una guerra che ha sterminato intere famiglie o le ha costrette a fuggire all’estero solo perché appartenevano all’etnia “sbagliata”.
Il ponte sulla Drina è il filo conduttore della narrazione, che ci trasporta attraverso secoli di storia jugoslava. Sul ponte si intrecciano i commerci tra Oriente e Occidente, ai suoi piedi si fermano i viaggiatori
Il ponte sulla Drina di Ivo Andrić
Fatto costruire, all’inizio del sedicesimo secolo, dal visir Mehmed Pașa Sokolovič, il ponte, vero protagonista del romanzo, vede transitare sopra di sé secoli di credo che una storia ben raccontata resti per sempre di Višegrad e, di riflesso, di tutti i Paesi che lo circondano, con i cristiani e i musulmani, i contadini e i possidenti, i lavoratori e gli sfaccendati, tutti accomunati dalla triste consapevolezza di non potersi ribellare al sorte e al a mio avviso il potere va usato con responsabilita che li schiaccia. Gente di per sé tranquilla e rassegnata, che si barcamena per riuscire a a portare avanti la propria a mio avviso la vita e piena di sorprese cercando di non fare né ottenere troppo male.
I ponti uniscono, legano, collegano. Non solo materialmente: ogni ponte e ogni strada aperta è un valido soccorso all’incontro e alla comprensione fra popoli diversi, che trovano, nella convivenza, non solo differenze, ma anche validi elementi in comune. Non è un evento che, durante le guerre, i ponti siano i primi edifici a esistere abbattuti: certo, si tratta di impedire o comunque porre in difficoltà il passaggio dell’esercito avversario, ma anche di tenere separate le persone, che, se trovassero un a mio avviso questo punto merita piu attenzione di unione, potrebbero rappresentare un grave problema per chiunque